Nicolò Barsanti, meglio conosciuto come Eugenio, è nato a Pietrasanta il 12 ottobre 1821, defunto a Seraing il 18 aprile 1864.
Con la sua invenzione è stato colui che ha cambiato il mondo intero.
E' stato l'ideatore e costruttore del primo funzionante motore a scoppio.
Erano gli anni in cui si impazziva per l'energia a vapore che aveva cambiato i trasporti, la navigazione e l'industria quando un religioso, anzi un padre scolopio, uomo fragile e mite, dedito alle lettere e ancor più alla scienza, era convinto che quella forza legata al vapore acqueo, difficilmente si poteva domare.
Poprio per questo, occorreva un sistema che utilizzando lo scoppio di una miscela di aria e di gas si facesse guidare, con minor spreco e con maggiore forza. Quell'uomo mite era Eugenio Barsanti. Nato nel 1821 a Pietrasanta, entrato nella congregazione degli Scolopi a 17 anni, poco più che ventenne già insegnava fisica e matematica in un collegio a Volterra. Fu qui, che si appassionò alle rierche di Volta e in particolare a quell'esperimento detto "della pistola" con il quale, utilizzando una 'miscela gassosa detonante si produceva forza motrice.
Era pura teoria, ma trasferito a Firenze, prima del collegio di San Giovannino, in Via Martelli, poi allo Ximeniano, Barsanti ebbe i mezzi per trasformare l'idea in un motore vero e proprio. L'occasione gli offrì l'incontro con un ingegnere idraulico, il Matteucci, che lavorava alla bonifica del lago di Bientina.
I due depositarono il loro primo brevetto nel 1854, ma il motore costruito a Firenze nelle Officine Bernini, nacque soltanto il 19 Settembre 1860. Fu presentato all'Accademia dei Georgofili e quindi all'Esposizione che quell'anno si tenne nel capoluogo toscano.
La scoperta era enorme.
Consapevoli, Barsanti e Matteucci fondarono una società per lo sfruttamento del loro motore, il primo al mondo.
Purtroppo solo l'Italia lo riconobbe tale. In Europa, si preferì invece utilizzare un simile brevetto depositato nel '59 dal franco-belga Lenoir.
Nel 1877 Felice Matteucci, di fronte all'attribuzione dell'invenzione del motore a scoppio a Nikolaus August Otto, rivendicò l'invenzione a sé e a Barsanti, facendosi forte del brevetto depositato in Inghilterra, Francia, Piemonte e all'Accademia dei Georgofili a Firenze ma non riuscì a farsi riconoscere l'invenzione nonostante il disegno di Otto fosse palesemente simile al loro. Si trattava di un vero e proprio scippo.
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